“Il rapporto dell’individuo nei confronti della storia” è il punto di indagine di molti romanzi del Novecento italiano, il cui intento è testimoniare e insieme raccontare il secolo che più di tutti ha trasformato l’uomo e il mondo. Pertanto, oggi, per onorare il 25 aprile vogliamo proporvi cinque opere di grandi autori italiani che raccontano la Seconda Guerra Mondiale e la Resistenza.
Se questo è un uomo di Primo Levi
Il romanzo racconta il periodo trascorso da Primo Levi nel campo di concentramento di Monowitz. L’opera è una testimonianza lucida e spietata della vita nel Lager e delle abitudini degli Haftlinge. Il Lager è descritto come creazione estraniante, avulsa dal mondo che conosciamo, in cui le leggi e la morale che hanno caratterizzato la vita di Levi cessano di esistere e si fa spazio alla disintegrazione dell’uomo con ogni mezzo a disposizione.
Come si disintegra l’essenza e la dignità di un uomo? Mettendolo contro un altro uomo per un pezzo di pane in più, per un rancio di minestra, per una camicia senza toppe, togliendogli la possibilità di immaginare il domani.
La Tregua di Primo Levi
Questa umanità trasformata in fantasmi, in spettri di se stessi, è la stessa che ritroviamo anche ne La Tregua, continuo di Se questo è un uomo, scritto sei anni dopo. Il racconto inizia laddove Levi lo aveva interrotto nel romanzo suddetto, descrivendoci il percorso di ritorno attraverso l’Europa Centrale e orientale a seguito del 27 gennaio del ‘45. L’opera si snoda tra i diversi mesi e le diverse esperienze vissute da Levi per far ritorno a casa: a dominare è il paesaggio di betulle e steppe che vede lo scrittore e i suoi compagni (un’umanità raffazzonata) vivere tra treni e campi di accoglienza per reduci dalla Guerra.
Il sergente della neve e il Ritorno sul Don di Mario Rigon Stern
E l’Europa orientale è lo scenario descritto in Il sergente della neve e il Ritorno sul Don di Mario Rigoni Stern, sergente maggiore di una delle truppe italiane in Russia nella disfatta del ‘43. Il romanzo è il resoconto dell’esperienza diretta dell’autore: Stern parte dal Natale del 1942 e ci consegna la più importante testimonianza della ritirata italiana, iniziata il 26 gennaio del 1943. Moltissimi gli italiani che non sono più tornati (gli storici parlano di 80.000 uomini), morti e dispersi tra le steppe russe. A colpire del racconto è però l’umanità del popolo russo: se da un lato i soldati sono impegnati a difendersi dagli attacchi dell’Armata Rossa, dall’altro trovano nelle isbe poveri uomini e povere donne pronti ad ospitarli e a dividere un po’ di cibo. Negli anni ‘70 Rigoni Stern torna sui luoghi della guerra con la moglie: nota una Russia diversa, gli sembra che regni la pace e la serenità, eppure, ogni momento del viaggio è un omaggio e un silenzioso ricordo ai suoi amici che non sono più tornati.
La Storia di Elsa Morante
La Storia di Elsa Morante è l’unica tra le cinque opere a non appartenere al genere della memorialistica, ma si configura come romanzo storico. Costato all’autrice tre anni di ininterrotto lavoro, vede la luce nel 1974 sempre per la casa editrice Einaudi. I critici sono concordi nel definire l’opera “di impianto epico” per la descrizione di un’epopea di vinti dalla Storia. Siamo nel 1941 e la vedova Ida Ramuzzo subisce la violenza di un soldato tedesco di passaggio a Roma.
Il fatto dà inizio ad una storia che si snoderà per tutti gli anni della guerra. La storia della famiglia di Ida è nella Storia della seconda guerra mondiale e dei suoi avvenimenti principali: il fanatismo dei fascisti, il 1943 e la divisione in due dell’Italia, gli sfollati, i tanti figli di nessuno, il mercato nero, i bombardamenti sulla capitale, le truppe partigiane, i militari che non sono più tornati dalla Russia, la fine della guerra e la ricostruzione dalle macerie, la fame onnipresente dei superstiti e la nascita della Repubblica. Il contesto e il vissuto della seconda guerra mondiale consegnano così un’umanità superstite di sbandati, di folli e di malati.
Il romanzo della Morante, ripercorrendo gli anni della guerra e del dopoguerra, ci consegna un affresco completo di un evento storico che non va dimenticato ma ripercorso costantemente.